Autismo ed Integrazione nel contesto scolastico

Dal punto di vista etimologico, il termine integrare deriva dal latino “integratio –onis” e significa “portare a termine, rendere completo, incorporare”.

 Il significato relazionale del termine Integrazione è così descritto: «Con valore reciproco, l’integrarsi a vicenda, unione, fusione di più elementi o soggetti che si completano l’un l’altro, spesso attraverso il coordinamento dei loro mezzi, delle loro risorse, delle loro capacità» (Dizionario della Treccani, AA.VV., 2015).

Esso indica, dunque, la possibilità di unire più elementi, per realizzare un insieme completo.

L’integrazione è il processo per cui l’individuo acquisisce graduali abilità, che gli consentono di vivere in modo armonico con il contesto sociale che lo circonda. Questo processo riguarda ogni essere umano per l’intera fase della propria vita.

Fin dalla nascita, infatti, il bambino deve riuscire ad integrarsi ed essere integrato in diverse strutture sociali a partire dalla famiglia, la scuola, il gruppo di coetanei, ecc. Successivamente, il processo si estende, gradualmente, a tutto il contesto sociale in cui la persona è inserita.

Il processo di integrazione nel tessuto sociale favorisce la percezione di benessere da parte dell’individuo, man mano che cresce.

L’integrazione è un momento di crescita personale: è un’apertura verso l’altro, che consente uno scambio tra persone che si trovano in situazioni differenti, con un bagaglio culturale ed esperienziale diverso.

È utile tenere presente che il processo di integrazione richiede un’apertura reciproca e cambiamenti continui, sia da parte della persona, sia da parte del contesto nel quale vuole inserirsi e di tutte le persone che ne fanno parte.

L’integrazione, infatti, non è un automatico inserimento oppure un porre accanto o dentro; è un processo costituito, invece, da intenzionali e consapevoli passi per far in modo che la propria parte si integri e si modifichi, per facilitare il funzionamento di tutte le altre parti e dell’organismo più ampio. L’integrazione si raggiunge, dunque, per passaggi graduali e, quando funziona, si accompagna ad una nota di armonia e conduce ad un’espansione di visione.

Per realizzare l’integrazione, dunque, sono necessarie modifiche profonde, persistenti e continuative di tutti coloro che fanno parte del sistema: organizzazione, rapporti fra i vari soggetti, aspettative, modi di guardare e valutare, ecc.

L’integrazione sociale, per gli autistici, può sembrare paradossale, in quanto l’autismo è caratterizzato da deficit della comunicazione e dell’interazione sociale, che non permettono un adeguato sviluppo delle competenze sociali. Tuttavia, essa è un processo fondamentale, in quanto offre la possibilità di uscire dal proprio isolamento e di migliorare la qualità della vita.

L’integrazione è uno dei principi di base del PEIAD ed uno dei suoi obiettivi principali. Questo concetto, infatti, è strettamente collegato alla possibilità di aprirsi all’altro, riconoscendo le diversità, le peculiarità e rendendole un punto di forza.

Il Gruppo Classe è un vero e proprio Gruppo e va visto nelle sue potenzialità evolutive e formative, sia per l’alunno autistico, che per tutti gli studenti

Rispetto al PEIAD, la reale integrazione di un alunno autistico si realizza, laddove l’intervento prevede il reale coinvolgimento di tutto il gruppo di compagni

Ricordiamo che sussistono diversi potenziali ostacoli a questa condizione:

  • Diffidenza e timore, da parte delle famiglie, verso la disabilità
  • Paura degli Insegnanti, verso la disabilità
  • Paura degli Insegnanti (e dei genitori) di restare indietro con il programma
  • Resistenze a lasciarsi coinvolgere in un avvicinamento alla “diversità”.

Allo stesso tempo, sono molti i vantaggi dell’Integrazione per il Gruppo Classe:

-miglioramento del concetto di sé

-maggiore capacità di instaurare rapporti interpersonali

- Aumento dell’assertività e della prosocialità

-minore timore delle differenze

-maggiore tolleranza

-vissuto di genuina accettazione

-acquisizione di competenze metacognitive nel lavoro di tutoring  e nei gruppi cooperativi

-miglioramento dell'autostima.