Nel 1846, è Hoffman il primo a isolare caratteristiche in alcuni bambini, che successivamente avrebbero rappresentato aspetti salienti della sindrome.
Nel 1932 Kramer e Pollnow, a Berlino, descrivono il disturbo ipercinetico.
E’ invece del 1954, a cura di Panizzon, la prima risposta farmacologica a questi comportamenti, difatti, tale studioso, fu il primo a sinteizzare il Metilfenidato, ora alla base di alcuni farmaci, come il Ritalin.
Nel 1980, dunque, in tempi molto recenti, viene individuata la sigla ADD/H, dove l’H sta per la presenza o meno di iperattività, insieme al disturbo principale di inattenzione. Tale dicitura la possiamo trovare nella classificazione del DSM III.
E’ del 1987, la sigla ADHD, nel DSM III-R, dove l’iperattività diventa parte integrante e fissa dell’acronimo e dunque della manifestazione della patologia stessa.
Nel 1982, l’ADHD acquista una propria identità ben definita, distinguendosi definitivamente dal disturbo ipercinetico, individuato con HKD.
Nel 1994, con il DSM IV, vengono ulteriormente aggiornati i criteri di classificazione.